Gestione delle risorse economiche

La situazione economica e patrimoniale della FIR è spiegata bene dai numeri ufficiali, la FIR è una federazione con un budget considerevole, attualmente è tra le prime 5 federazioni italiane come volume d’affari, la quattordicesima per contributi ricevuti da CONI, la sedicesima per numero di atleti e la diciottesima per numero di società affiliate.

Quindi una grande capacità di generare introiti, cui equivale una grande disponibilità di risorse da spendere, indirettamente proporzionale al volume di affiliati, siano essi atleti o società.

Il risultato operativo sostanzialmente finisce in pari da qualche anno e il dato che colpisce di più è lo squilibrio esistente nell’allocazione di risorse tra l’alto livello (nazionale, franchigie, ecc) ed il rugby di base (campionato, reclutamento, impiantistica, ecc): in pratica negli ultimi 10 anni di attività la quantità di risorse gestite per l’alto livello rappresenta più del 90% del budget a disposizione.

IL BILANCIO ATTUALE ( ultimo disponibile 2018 )

I RICAVI

Attualmente il volume di ricavi della federazione è di circa 45.000.000€,

Ricavi totali

Di questi 45 milioni il 97% arriva dall’attività di alto livello: 6 nazioni, test match, diritti tv e sponsorizzazioni, un 3% dall’attività territoriale: Tesseramenti, affiliazioni, multe, ecc.

I 45 mln di ricavi sono così suddivisi

Ricavi Alto livello

Ricavi Attività Territoriale

COSTI

Parliamo dei costi, abbiamo detto che il bilancio FIR chiude sostanzialmente in pari:

Costi Totali

Costi Alto Livello

Costi Attività Territoriale

Dei 45 milioni di costi, il 94% è imputabile all’alto livello ed una piccola parte, il 6% all’attività sui Club

I 42mln di costi per l’alto livello si suddividono poi in :

  • Costi per l’attività sportiva: 36 mln circa
  • Costi per la gestione Federale centrale: 6 mln circa

Costi attività sportiva Alto Livello

Costi per la gestione Federale centrale

Capitolo Franchigie

Le due franchigie in questo momento costano alla FIR circa 13 milioni di euro, portando entrate da diritti televisivi per circa 4 milioni di euro, lo sbilancio in negativo è quindi sensibile soprattutto se valutiamo i risultati sportivi, tra l’altro la voce di costo più importante è data dai compensi ai giocatori che da sola vale 9.662.000€.

Un altro dato da segnalare è la differenza di supporto che la FIR dà ai due Club, considerando che le Zebre di fatto sono sostenute totalmente dalla Federazione: Il bilancio delle Zebre parla chiaro, infatti nella SS 2018-2019 le stesse Zebre dichiarano a Bilancio contributi Federali per oltre 9 milioni.

Costi attività territoriale

I costi per l’attività territoriale ammontano come detto a circa 2,5 mln di cui 420.000€ sono legati a rimborsi, trasferte, collaboratori.

Alcune voci sono esplicative della strategia dell’attuale Federazione nei confronti dei Club, ad esempio, la cifra destinata alla promozione sportiva ed il reclutamento è 250.000€ , di cui 150.000€ sono spese di trasferta e soggiorni..

I contributi diretti alle società sportive sono di 47.000€ a fronte di contributi da parte dei Club di circa 700.000€ con tesseramenti, affiliazioni, ecc.

Insomma, la sensazione è che gli investimenti economici (cioè le spese) siano poco correlati coi ritorni attesi effettivi. E’ un po’ come se il nostro movimento fosse un’azienda metalmeccanica dove quadri e dirigenti vivono su poltrone in pelle e sono gratificati da ogni benefit senza vincolo di risultato e i tanti operai sono costretti a lavorare senza guanti e protezioni a meno di acquistarli da soli.

Cosa farà Pronti al Cambiamento

Semplificando diciamo che il primo obiettivo sarà quello di riportare l’equilibrio nella destinazione dei fondi disponibili. Il centro del programma di PALC e di Giovanni Poggiali è riportare l’attenzione sui Club e sul rugby di base, nel breve periodo questo non significherà tagliare drasticamente l’attività dell’alto livello, franchigie comprese, ma la nostra idea è quella di riorganizzare l’attività ottimizzando l’uso delle risorse e spostandole dove riteniamo ce ne sarà bisogno. Praticamente questo significa, passare dall’attuale proporzione, 90% alto livello – 10% rugby di base, ad una più equilibrata, ovvero 70% alto livello – 30% rugby di base.

Ci sono ampi margini per mantenere l’alto livello all’attuale standard di supporto e nello stesso tempo ridare linfa al movimento di base che mai come in questo momento ne ha bisogno.

Spostare le risorse con queste proporzioni permetterà alla nuova FIR di supportare quei settori che negli ultimi 20 anni sono stati letteralmente abbandonati, ci saranno fondi per l’impiantistica e per le attrezzature (attualmente una % ridicola, lo 0,9%), per progetti sul reclutamento (attualmente praticamente nulli), per rilanciare i campionati maggiori e naturalmente per la formazione di giocatori dell’alto livello. Il tutto con un impostazione e risorse umane che siano in grado di portare la competenza e la professionalità necessarie per portare avanti i punti descritti nel nostro programma.

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